È da decenni il capo must di ogni stagione. Bianca, a fantasia, strappata, bucata, colorata, stampata.
Tutti ne abbiamo in cassetti e armadi perché, se si cerca un aggettivo per descriverla, il più usato è senza dubbio versatile.
La t-shirt – maglietta in italiano – è il capo di abbigliamento che in extremis salva anche i più indecisi. Appuntamento di lavoro? Tailleur scuro e una t shirt bianca per sdrammatizzare, spiegano i fashion addicted. Il primo appuntamento? Una gonna magari al ginocchio, scarpe alte e una t shirt (magari con messaggio che agisca in modo subliminale sul proprio bersaglio d’amore) per evitare di rendere troppo ufficiale un incontro che si spera annunci un futuro positivo.
La maglietta è un solido alleato modaiolo che nel corso dello scorrere degli anni, ha saputo adattarsi alle tendenze. E l’ultimo diktat imposto dalle passerelle è la t shirt in filo di Scozia. Perché il cotone pregiato rende ancora più fashion il centenario capo di abbigliamento che così, diventa irresistibile. Oltre che confortevole. Il filo di Scozia infatti, è un antidoto ad allergie e batteri, dura nel tempo, sopravvive a lavaggi violenti e sbagliati, rimane morbido ed è capace anche di ottimizzare la traspirazione del corpo. Per intenderci: se si è sottoposti a giornate di lavoro molto stressanti, il sudore non avrà la meglio, il suo odore sarà ammortizzato dal cotone.
La t shirt in filo di Scozia inoltre, resta uguale a sé stessa. Non si restringe e neppure si lascia andare con l’uso prolungato: è resistente perché la lavorazione a cui è sottoposta rilascia le fibre di cotone classificate come deboli, responsabili delle deformazioni post lavaggi. I filati così ottenuti regalano un ennesimo tassello di storia alla t shirt che ha superato il secolo di storia. Perché la maglietta a maniche corte nasce nel 1913 ed è un capo da indossare sotto i vestiti. È la maglia intima per antonomasia che poi conquista gli outfit di ogni epoca, stagione, età. I primi a sfoggiarla furono i militari americani e furono loro a tingerla. Il motivo? Sfoggiarla di colore bianca li rendeva vulnerabili ai mirini dei nemici.
Da lì, la necessità di colorarla con fondi di caffè e altre tinture naturali. Lo stile che oggi è in voga ed è chiamato camuflage nasce da esigenze militari.
La t shirt resta un capo di intimo fino agli anni Cinquanta quando i divi del cinema statunitense la indossano diventando icone di stile e sex symbol. Un esempio per tutti è Marlon Brando tra i primi attori di Hollywood a vestirla coprendola solo con un chiodo in pelle.
Da metà del secolo scorso in poi, la t shirt compie capovolte che riescono a reinventarla e mai a farla tramontare. Diventa persino manifesto durante le contestazioni studentesche: slogan e volti di personaggi simbolo della lotta e della rivoluzione – Che Guevara in primis – si impossessano di magliette bianche.
Che successivamente si tingono di rosso o nero in base alle ideologie di chi alimenta manifestazioni e proteste. E oggi il capo must di ogni stagione diventa trendy grazie al filo di Scozia che modernizza un capo dalla storia infinita.

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