Le prime avvisaglie c’erano state già in diverse collezioni degli ultimi anni: esibizionismo zero, condito, però, da un’estetica ad alta intensità – capi belli come non mai! -. Ed anche nelle nuove collezioni invernali questo diktat ha trovato la sua conferma.
Sperimentazioni spettacolari ed eccessi accantonati (chissà però per quanto ancora?!), spazio a qualità, sartorialità (ossessione di stagione), lavorazione eccelsa, tradizione e ritorno alle radici, a quel patrimonio storico individuale. Fino all’autocelebrazione.
Basti pensare a Moschino: sempre più remake, in chiave appena un pò diversa, di alcune collezioni emblematiche, permettendo così di far “rivivere” pezzi “storici” ed iconici come chiodi in pelle con catene dorate e giacchine profilate di perle, intrisi di quella sottile ironia tipica di Franco.
Stesso discorso anche per Dolce & Gabbana: dallo stile sexy/ urlato degli inizi a quello decisamente sofisticato degli ultimi tempi dove si mescolano tradizione, mediterraneità , cultura e sensazioni.

Si potrebbe parlare di nuovo minimalismo? Forse sì…Ma, per fortuna, non un ritorno a quella noiosa severità targata ’90. Meglio citazione e modernità – vedi nuove lavorazioni e materiali innovativi -, per uno stile dal piglio contemporaneo costruito a colpi di abiti aggraziati, linee pulite, vagamente retrò nei volumi. Mai però troppo impostato.
Urge la voglia di offrire qualcosa che stia -veramente- bene alle donne, che le renda, prima di tutto, femminili. Con un tocco di..rigore!!
L’icona di riferimento? Miss Money Penny: la segretaria – e perenne innamorata – dell’agente segreto di sua maestà James Bond.
Quando quest’ultimo entrava nel suo ufficio, Miss Penny non si faceva mai trovare impreparata: un velo di rossetto rosso illuminava il suo sorriso accattivante, un filo di perle ingentiliva il twen-set bon ton e una testa cotonata confermava che ce l’aveva messa tutta per essere impeccabile.
Questo stile perbenino torna in auge oggi con le gonne a godet da mescolare a pullover aderenti o ladylike. Proprio come una passerella Marc Jacobs per Louis Vuitton delle scorse stagioni: donne vere, femminili, seducenti, dall’allure anni ’50 vestite con corpini aderenti, vite segnate , gonne a ruota, tailleur dalle giacchine strizzate e gonne midi.
Stessa filosofia anche da Prada con la sua donna: una miss bon ton che elargisce l’eleganza come unica sua vocazione. Severa e rigorosa, non concede spazio a sbavature, indossa cappotti ricamati che confermano il trionfo della linea a trapezio, pants a sigaretta, gonne a ruota, abiti che respirano arie Sixities.
Completano il look gli accessori. Décolletée appuntite e con il fiocchetto che riscoprono il mezzo tacco, trovandolo più malizioso e “impertinente” dello stiletto. Borse a mano che dimostrano la loro solidità estetica tramite forme regolari oppure bauletti.
E per le segretarie di oggi che non posano la penna dopo le canoniche otto ore, allungando così i tempi lavorativi non riuscendo a tornare a casa per cambiarsi in vista di una serata?
Sì ad uno stile very classy che riesca a surfare tra i mille impegni della giornata lavorativa arrivando indenne all’happy hour.
Un must indiscusso risulta il cappotto che ritorna con prepotenza tornando a viaggiare insieme all’abito, dopo aver subito per anni la supremazia dei piumini.
Lunghezze che sfiorano il ginocchio con coat che scendono dritti e rigorosi accompagnati da abiti morbidi e avvolgenti privi di fronzoli.
Grigio e cammello si confermano i colori su cui investire: ever green che stanno bene con tutto, anche con una punta di mattone, avio o di oliva e perchè no, di arancio.
E per camuffare un’espressione da “so tutto io” può bastare un paio di occhiali dagli angoli appena a farfalla che lasciano trasparire un sottile charme.




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